SI CONTINUANO A SENTIRE PASSI DI MARCIA

A pochi giorni dalla ricorrenza di quella data dove, a passi di marcia, il nostro paese fu consegnato nelle fauci di un mostro rigurgitante odio e violenza, i vili eredi di quel mostro tornano a farsi sentire
Rimini,Isernia,Roma,Perugia,

Bologna sono solo le ultime citta’ dove Forza Nuova e Casa Pound hanno dato dimostrazione in concreto che il fascismo non e’ finito

E non si e’ neanche trasformato come vogliono far credere con la declinazione di “fascisti del nuovo millennio”

Omofobia,razzismo,esclusione di qualsiasi universo “altro ” dal loro,forza fisica preferita a quella verbale,saranno sempre i loro principi

Purtroppo nella situazione attuale (crisi economica,mancanza di lavoro,mancanza della visione di un futuro possibile) il terreno e’ fertile per fare proseliti

Bisogna fermare subito questo scempio,riappropiandoci tutti del concetto di Antifascismo e farne una pratica ancora piu’ quotidiana ed ancora piu’ presente nelle nostre vite

Esprimiamo quindi tutta la nostra solidarieta’ al centro culturale della comunita’ lesbo-gay-bisex-trans del cassero di Bologna e invitiamo tutta la citta’ a partecipare alla manifestazione di sabato 24 Novembre con appuntamento alle ore 15.00 in Piazza Carducci

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CHIUDIAMO CASAPOUND – CHIUDIAMO LE SEDI DEI FASCISTI

Alcuni mesi fa i fascisti di Casa Pound hanno aperto una loro sede in via Malvolta 16/d, nel quartiere Murri a Bologna, di nascosto, dietro la copertura di una fantomatica associazione culturale, dal nome sinistro: “Sole e acciaio”.

Come residenti nel quartiere abbiamo sentito
l’esigenza di tenere monitorate le loro attività, come prima forma di
autodifesa. Pur proveniendo da esperienze e realtà diverse siamo oggi
uniti dall’ideale antifascista e da una necessità non rimandabile:
togliere qualsiasi agibilità alla propaganda dei fascisti e chiudere la
sede di via Malvolta 16/d.

I cosiddetti fascisti del terzo millennio (come si definiscono
pubblicamente) utilizzano le armi del mimetismo che hanno ereditato dai
loro “padri” di Terza Posizione e mostrano un volto affabile e giovanile
per cercare di imbonirci. Nella loro demagogia vogliono rifarsi a un
supposto “fascismo delle origini”, venato di vitalismo e irrazionalismo,
vicino a D’Annunzio, Fiume e al “diciannovismo” (dal 1919, anno di
fondazione dei fasci di combattimento).

Dietro c’è la violenza squadrista: bastonate agli studenti che
protestavano contro la controriforma Gelmini nel 2008 a Piazza Navona,
coltellate ai gay e agli “alternativi”, infinite aggressioni a compagni
o semplici dissidenti su e giù per l’Italia, fino all’assassinio: nel
dicembre 2011 un militante di Casa Pound, Gianluca Casseri, spara a
bruciapelo ad alcuni venditori ambulanti senegalesi, a Firenze; ne
ammazza due e ferisce altri tre, in quella che è una vera e propria
esecuzione razzista.

Questi sono i pericoli. Per contrastare tutto ciò abbiamo iniziato
un’attività pubblica nel quartiere e nella città: con regolari
volantinaggi e affissioni, e attuando due iniziative simboliche,
intitolando una rotatoria all’antifascista Emilio Bassi e dando vita a
un presidio partecipato di fronte alla targa che ricorda il ruolo delle
donne antifasciste nella Resistenza, presso il parco Renata Viganò,
opera sfregiata con un fascio littorio la notte subito precedente alla
nostra iniziativa.

Noi crediamo anche che i veri nemici siano i padroni, gli speculatori e
tutti quegli apparati statali e sovrastatali che ci stanno facendo
pagare con lacrime e sangue una crisi finanziaria di cui hanno
l’esclusiva responsabilità., per questo ci siamo dati tre parole
d’ordine: internazionalismo, libertà e giustizia sociale. Questi sono i
nostri valori.

I fascisti di via Malvolta costituiscono un ostacolo nell’affermazione
di questi valori perché sono, come tutti i loro camerati, a fianco dei
padroni contro i lavoratori e al fianco della polizia contro chiunque si
ribelli a un ordine ingiusto. Lo dimostra ad esempio il recente appoggio
di Casa Pound alle politiche del padrone dell’Ilva di Taranto Riva, noto
sfruttatore ed affamatore, assassino inquinatore di una popolazione e
del suo intero territorio.

La nostra netta percezione oggi è che i fascisti di via Malvolta tentino
di allargare la propria sfera d’azione: adesivi, scritte, manifesti,
aperitivi sul marciapiede, una sede aperta diversi giorni a settimana e
la prima iniziativa pubblica il 13 ottobre scorso, conclusasi lungo la
strada al grido di “Duce Duce”, sotto l’occhio protettivo carabinieri.
Tutto ciò è ostacolato spontaneamente dalla gente del quartiere che
rimuove gli adesivi, copre le scritte, appende striscioni antifascisti e
si riprende le strade (come è avvenuto lo stesso 13 ottobre), ma avviene
anche nel silenzio assordante delle istituzioni, dal quartiere al
comune.

Noi non resteremo a guardare: l’attività spontanea degli abitanti del
quartiere merita l’appoggio di tutti-e. Proponiamo quindi alle donne e
agli uomini liberi, e alle loro associazioni, una manifestazione,
popolare e determinata, nel pomeriggio di sabato 24 novembre.

Sabato 24 novembre manifestazione ore 15 piazza Carducci

Chiudiamo le sedi dei fascisti! Chiudiamo Casa Pound!

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COMUNICATO SUL PRESIDIO ANTIFASCISTA DEL 29 SETTEMBRE

Nel pomeriggio di sabato 29 settembre nel giardino Renata Viganò di via degli Ortolani si è svolto un presidio antifascista davanti al monumento alle donne partigiane che ha visto la partecipazione di una sessantina di persone.  Il monumento, dimenticato ed ignorato anche dalle celebrazioni ufficiali della Resistenza, nella notte è stato sfregiato dai fascisti di CasaPound con l’apposizione di un fascio stilizzato che agli occhi dei profani si presenta come un quattro rovesciato. E’ questa la firma con cui CasaPound, associazione fascista, xenofoba, sessista, segna la sua presenza nel quartiere Murri, dove, indisturbata,  ha aperto una propria  sede in via Malvolta 16/d. I diversi interventi effettuati durante il presidio, intervallati dai canti eseguiti da alcuni rappresentanti dei cori internazionali presenti a Bologna per il festival a loro dedicato, hanno voluto ribadire quanto sia intollerabile la presenza di  CasaPound  sul territorio e, più in generale, manifestare ferma opposizione all’acquiescenza che le forze politiche democratiche  dimostrano davanti all’affermarsi di presenze fasciste nel nostro Paese, non ultimo  il mausoleo dedicato, ad Affile, nel Lazio,  al criminale di guerra Rodolfo Graziani.  E’ stato sottolineato come soltanto un protagonismo antifascista attivo e la ripresa di percorsi di solidarietà e partecipazione sia antidoto al radicamento di pratiche neofasciste  in quartiere.

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PRESIDIO ANTIFASCISTA sabato 29 settembre ore 16.00 – Giardino Renata Viganò (Via degli Ortolani angolo via Firenze)

UNA RESISTENZA DIMENTICATA E OFFESA

 “La cosa più importante nelle azioni della mia vita è stata la Resistenza”: sono le parole con cui la scrittrice Renata Viganò, ricorda la sua esperienza nella lotta partigiana in Romagna e nelle valli di Comacchio come infermiera-staffetta e collaboratrice della stampa clandestina.

A Renata è intitolato il giardino pubblico, sito dove la via degli Ortolani si immette nella rotatoria Paracadutisti Folgore, e, all’interno dello stesso giardino è presente un monumento spoglio, disadorno e dimenticato dedicato alle Donne Partigiane tutte.

 È un monumento dimenticato, dimenticato innanzitutto da chi dovrebbe ricordare. Da parecchi anni non viene nemmeno più deposta la corona del 25 aprile. Non è un caso che sia un monumento dedicato alle Donne Partigiane ad essere caduto nell’oblio; il ruolo femminile all’interno della Resistenza non è mai stato adeguatamente riconosciuto, nemmeno dalla storiografia ufficiale. La Resistenza delle donne è stata definita una Resistenza “taciuta”. In questo caso diventa addirittura “dimenticata” e “offesa”. “Dimenticata” perché nessuno più si prende cura del monumento dedicato alle donne che hanno combattuto per la libertà dal nazifascismo. “Offesa” perché la rotatoria sita a pochi metri dal Giardino Renata Viganò è stata intitolata ai “fascistissimi” Paracadutisti della Folgore, successori diretti dei “Fanti dell’aria Libici” fortemente voluti da Italo Balbo, che, sul loro sito internet, ammettono di costituire “una delle unità militari più temute e rispettate del pianeta”.

Da un lato chi ha lottato per la Liberazione, dall’altro chi si rende ancora oggi protagonista delle azioni di guerra a cui il nostro Paese partecipa, con buona pace dell’art.11 di quella Costituzione nata dalla Resistenza, con l’obiettivo dichiarato di esportare la democrazia con l’utilizzo di armi da guerra…

 È vergognoso che, in una città Medaglia d’Oro della Resistenza, con una serie di amministrazioni comunali che si professano di centro-sinistra, si assistano a contraddizioni di questo genere, contraddizioni che, a volte, come in questo caso, cadono nell’offesa della memoria di coloro che hanno lottato o che hanno contribuito, in modi diversi, alla Resistenza contro l’oppressore nazifascista, per un futuro di pace ed eguaglianza.

 In questo clima non stupisce affatto che ad Affile, nel romano, sia stato edificato un mausoleo intitolato al generale fascista Rodolfo Graziani, criminale di guerra, e che,

 a Bologna, abbia aperto indisturbata, in via Malvolta 16/d – Quartiere Murri – la sede locale dell’associazione fascista CasaPound, interprete di quella cultura di morte, violenza, razzismo, sessimo, xenofobia, incarnata perfettamente dagli stessi Paracadutisti della Folgore e che noi vogliamo vinta per sempre dalla lotta partigiana.

 PRESIDIO ANTIFASCISTA sabato 29 settembre ore 16.00 – Giardino Renata Viganò (Via degli Ortolani angolo Via Firenze)

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Prossimo incontro

Dopo la pausa estiva il Coordinamento Antifascista Murri si ritrova

martedì 4 settembre alle ore 18.00 presso il Centro Sociale Ricreativo della Lunetta-Gamberini (ingresso da via degli Orti)

per discutere delle prossime uscite del coordinamento,

perché c’è un grosso bisogno di creare un’alternativa forte, presente sul territorio, che possa arginare la deriva fascista verso cui sta andando il nostro Paese

perché CasaPound continua la propria attività ed in una città come Bologna, come in tutta Italia, non ne ha diritto!

 

 

 

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Emilio Bassi. Antifascista.

Emilio Bassi, Medaglia d’Oro al Valor Civile, attende da tre anni l’inaugurazione di una rotonda a suo nome. Siamo nel quartiere Savena, in zona Fossolo, dietro il Conad di via Emilia Levante. La rotonda è già stata realizzata, ma le pastoie burocratiche dell’Amministrazione Comunale ne impediscono tuttora l’intitolazione ufficiale. Emilio Bassi era un bracciante agricolo, abitava a Sasso Marconi quando il 19 giugno 1921, diciotto mesi prima della famigerata marcia su Roma, venne assassinato da un gruppo di fascisti nella sua casa alla Torre di Jano, perché strenuo e infaticabile propagandista delle idee di libertà e di pace contro lo sfruttamento dei braccianti da parte degli agrari e dei loro sgherri fascisti. Pagava così con la vita le proprie convinzioni politiche antifasciste e la scelta di vita di stare dalla parte degli umili, degli sfruttati e dei sofferenti. Il fascismo delle classi dominanti continua ad essere pericoloso. I provvedimenti presi dall’attuale governo rappresentano una macelleria nei confronti dei lavoratori, dei pensionati, degli studenti, dei migranti, di chi oggi viene, con sempre più facilità, a trovarsi tra gli ultimi. Nel vuoto socio-culturale creato ad arte da questo governo e da quelli che lo hanno preceduto, con la compiacenza di espressioni del centro-sinistra e del sindacato, associazioni come CasaPound trovano terreno fertile su cui seminare i germi del “fascismo del terzo millennio”, attraverso iniziative solo apparentemente di carattere sociale e solidaristico, come la pulizia del giardino Arpad Weisz, situato proprio di fronte alla rotonda in questione, da parte della loro associazione ambientalista “La Foresta che Avanza”. Arpad Weisz fu un allenatore del Bologna, ebreo ungherese, deportato e ucciso ad Auschwitz-Birkenau il 31 gennaio 1944, dai “nonni” dei fascisti ambientalisti di oggi. Anche il nazismo aveva attenzione per l’ecologia: i prati curati dalle SS nei campi di sterminio erano rigogliosi di fiori. Uno strano amore per la natura, però!

 Come COORDINAMENTO CITTADINI ANTIFASCISTI MURRI abbiamo deciso di intitolare simbolicamente la rotonda ad Emilio Bassi

 VENERDI’ 29 GIUGNO 2012

ORE 18.00

(Via Fossolo/Via Vetulonia)

perché non accettiamo le lungaggini del Comune di Bologna, città Medaglia d’Oro della Resistenza, e la sua mancanza di vigilanza rispetto al radicamento nei propri quartieri di realtà neofasciste quali CasaPound;

 perché vogliamo riprenderci spazi di lotta e di resistenza attiva nel territorio.

 COORDINAMENTO ANTIFASCISTA MURRI

 Per contatti:

antifa.murri@inventati.org

antifamurri.noblogs.org



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ALLONS ENFANTS!

Il 2 novembre 1946 il primo Presidente della Repubblica Italiana Enrico De Nicola, conferì alla Città di Bologna La Medaglia d’Oro al Valor Militare per la Guerra di Liberazione. Nel famoso manifesto in cornice metallica, gli stemmi della Città di Bologna e dei comuni della sua provincia, attorniano la scritta centrale nella quale si legge:

“BOLOGNA Medaglia d’Oro al Valor militare della RESISTENZA CITTA’ PARTIGIANA, FEDELE ALLE ANTICHE EROICHE TRADIZIONI NON VOLLE SOGGIACERE ALLA PREPOTENZA DEL TEDESCO INVASORE. E COL SANGUE PURISSIMO DEI SUOI FIGLI MIGLIORI, CON LE CASE DISTRUTTE ED IN EPICI, DIUTURNI COMBATTIMENTI SOSTENUTI CON LE ARMI STRAPPATE AL NEMICO, FU ALL’AVANGUARDIA DELL’IMPARI LOTTA E NELL’INSURREZIONE CHE, NELL’ALBA RADIOSA DELL’APRILE 1945, PORTO’ LA PATRIA ALLA RICONQUISTATA LIBERTA’.

(Settembre 1943 – Aprile 1945)

Aprile 2012.

Alla chetichella e senza proclami di sorta, i nazifascisti di Casa Pound possono impunemente e senza contrasto alcuno aprire la loro sede bolognese in via Malvolta 16/d, dove un tempo c’era un forno che inebriava il rione della fragranza del suo pane fatto con dedizione e amore.

Oggi invece sale il puzzo inconfondibile del fascismo.

Perché è stato possibile? Perché le istituzioni repubblicane e le associazioni sedicenti antifasciste di questa città non fanno nulla per contrastare culturalmente in termini attivi l’avanzata tra i giovani di queste idee portatrici dell’assoluta necrosi della ragione e dell’umanità?

Senza tanti giri di parole occorre prendere atto e alla svelta che qualcosa in questi decenni, da quel 2 novembre 1946, non è andato per il verso giusto. Ed è anche ora di smetterla di cercare sempre altrove le ragioni del successo odierno delle idee e delle pratiche nazifasciste, e per converso quelle dell’insuccesso dell’antifascismo bolognese. Ma per tentare di dare una risposta concreta a questi, ineludibili per tutti, quesiti, c’è solo una cosa seria da fare : ricominciare da capo con umiltà come se ci chiedessimo a voce alta: dove eravamo rimasti? Per questo nasce il Coordinamento Cittadini Antifascisti Murri, per ripartire come cittadini di questa Repubblica che rivendicano il diritto di riappropriarsi della parola e dell’iniziativa politico/culturale dal basso, senza la tutela di padrini e padroni. In questo Coordinamento si lavora come cittadini semplici: della serie che non accettiamo l’ingerenza di strutture già orchestrate come associazioni, partiti, sindacati, ecc…. Qui si conta in quanto persone che condividono fino in fondo i principi della nostra Costituzione Repubblicana, nata dalla Resistenza, non a parole ma coi fatti. Piccoli esempi: se si è per la Costituzione non si può essere razzisti, se si è per la Costituzione non ci si può pronunciare per la riapertura della case di tolleranza, se si è per la Costituzione non si può plaudire ai bombardamenti effettuati sulla Libia. Avanzo una ipotesi, che sia perché ci sono troppe persone di questo genere che l’antifascismo militante non va più di moda ed in sua vece sia cresciuto solo quello parolaio e celebrativista delle corone, comodo paravento del vuoto ideale?

Il 25 Aprile del 2011 l’ANPI di Como dedicò quella meravigliosa giornata al ricordo dell’esempio di Vittorio Arrigoni, pacifista attivo tra i palestinesi, che lottava pacificamente contro l’occupazione israeliana dei Territori e che morì assassinato a Gaza, in terra di Palestina pochi giorni prima. Vittorio aveva insegnato ai bambini palestinesi a cantare Bella Ciao, e Vik, come affettuosamente veniva chiamato fu sempre circondato dalla stima e dall’affetto della gente umile e sofferente. L’ANPI di Como, disse qualcuno che conta nell’antifascismo qui a Bologna, è lontana, come a dire che non era il caso di seguirne le orme e men che meno l’esempio di grande apertura culturale. Adesso so perché i fascisti possono dormire sonni tranquilli e tra due guanciali, perché chi deve fare non fa e chi deve opporsi preferisce pasteggiare alla tavola dei potenti, meglio se banchieri!

 ALLONS ENFANTS, MESSIEURS LES CITOYENS!

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Riprendiamoci Ray Bradbury

Ieri, 06/06/2012, è morto Ray Bradbury. Uno dei più grandi romanzieri contemporanei, capace di far amare la fantascienza anche a chi difficilmente la digerisce.

Fahrenheit 451 è sicuramente il suo romanzo di più grande successo. Ed è un romanzo chiaramente antifascista. E’ un romanzo che dà voce a chi lotta per trovare il proprio posto in una società reazionaria. I nazisti bruciavano i libri e le biblioteche. Nel libro il compito dei pompieri è dare fuoco ai libri. Montag svolge il suo lavoro in maniera alienata, fino a quando non incontra una donna sconosciuta e, per lui, inizia la scoperta di un mondo diverso da quello in cui è sempre vissuto.

È francamente ridicolo, alla luce della struttura del romanzo e dei suoi contenuti, alla luce del ruolo fondamentalmente anarchico di Montag, che i membri di CasaPound si definiscano “i veri figli di Montag”.

Ray Bradbury era un anarchico (e come lui Montag, che non appena trova la via d’uscita dalla società reazionaria e fascista ne approfitta, abbandonando il proprio lavoro alienante) come si può intuire da numerosissime su dichiarazioni sui più disparati temi della vita. Era un non-violento. Esattamente l’opposto di CasaPound, che non più tardi ieri ha attaccato con violenza un pacifico concerto in un locale romano.

Passiamo in analisi alcune di queste dichiarazioni.

Nel 2010 ad un giornalista del Paris Review che gli chiedeva che cosa fosse la fantascienza rispose: “Non appena hai un’idea che possa cambiare una piccola parte del mondo, tu stai scrivendo fantascienza. È sempre l’arte del possibile, mai dell’impossibile”. Questa frase non ricorda tanto il “Siamo realisti, esigiamo l’impossibile” di Ernesto “Che” Guevara? A me sembra di sì.

Sempre nel 2010, in un’intervista concessa al Time sul tema della politica Ray Bradbury rispose con una frase molto anarchica: “Non credo nei governi. Odio la politica. Sono contro di essa. E spero che una volta ciò accada, che si possa distruggere parte del nostro governo, ed il prossimo anno distruggerne ancora di più. Meno governo, più felice io sarò”. Quanto c’è di fascismo in questa frase? Nulla. C’è tanto, ma veramente tanto di anarchia.

Nella stessa intervista del Time Ray Bradbury tocca anche il tema “Dio” in maniera, ancora una volta, rivoluzionaria: “La mia religione comprende tutte le religioni. Io credo in Dio, io credo nell’universo. Io credo che tu sei dio, io credo che io sono dio; io credo che la terra è dio e l’universo è dio. Siamo tutti dio”. Questa dichiarazione, impregnata dei concetti di uguaglianza e fraternità, fa il paio con l’altra, rilasciata da Ray Bradbury alla CNN sempre nel 2010, riguardo al tema dell’amore: “Al centro della regione c’è l’amore…ti amo e ti perdono. Io sono come te, tu sei come me. Amo tutte le persone. Amo il mondo. Amo la creazione…Tutto nella nostra vita dovrebbe essere basato sull’amore”.

Quanto condividono queste dichiarazioni coloro che si proclamano “figli di Montag”? Io direi niente. Bradbury, in queste sue parole, non lascia adito a dubbi: io sono come te, tu sei come me, non mi interessa se bianco, nero o giallo, uomo, donna o transessuale, gay o etero. E allo stesso modo, queste persone, stando sempre alle parole di Bradbury, sono tutte dio.

Scusateci, ma i “figli di Montag”, se proprio c’è qualcuno, siamo noi, noi che lottiamo contro il fascismo in tutte le sue forme, in quanto ideale di violenza, distruzione e morte.

La nostra vita è basata sull’amore, esattamente come quella di Montag, la vostra sull’odio.

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CasaPound al concerto dei Dropkick Murphys. Chi li manda? di G. Cerro da Contropiano

Una cinquantina di fascisti di Casapound fanno irruzione in un locale alle porte di Roma, aggrediscono il pubblico e bloccano il concerto. Chi li manda?

Un redattore musicale va all’Orion di Ciampino a vedere un concerto per scriverne la recensione. E invece ci trova i fascisti di Casapound, che aggrediscono il pubblico e poi costringono il concerto allo stop.

Sono circa una cinquantina, organizzati secondo una precisa logica militare, un gruppo di una ventina circa al centro del locale e gruppetti da cinque intorno più distanti, 3 di loro (uno con la barba, uno molto basso e magrolino e uno più corpulento e con una polo nera) sembrano dare ordini ai militanti, che sono pronti a scattare a comando come i pitbull incattiviti per fare le gare clandestine tra cani.

Durante l’esibizione del gruppo spalla, sono tutti raggruppati dietro e lanciano slogan come “Zippo Libero” oppure “dove sono gli antifascisti?” e vengono subissati dai fischi degli oltre mille presenti. Nel cambio palco guadagnano velocemente le prime file e espongono una bandiera di Casapound, minacciano, e appaiono davvero fuori luogo in mezzo a un pubblico in stragrande maggioranza di giovanissimi che ha solo voglia di divertirsi nella maniera più giusta, nelle loro facce invece la voglia di divertimento non si nota, sono imbronciati, abbrutiti dalle cose che hanno in tasca e dagli ordini che stanno per arrivargli. Durante le prime tre canzoni vedo le seguenti scene: un ragazzo con la maglia verde accerchiato con le mani alzate in segno di resa. Una ragazza di 15 anni che prende un sonoro ceffone. Due bambini di 6 anni portati in un punto più sicuro per vedere il concerto. Poi si ferma anche il gruppo e chiede ai fascisti di uscire, dicendo chiaramente che loro vogliono solo fare musica e che la politica deve restare fuori dal locale.
I fascisti del terzo millennio che sono sotto al palco vengono apostrofati dal cantante di Boston con le parole “FASCIST ASSHOLE” e si alza altissimo il coro FUORI FUORI di tutto il pubblico, stanco di dover guardarsi le spalle, e continuamente intorno per prevedere quando iniziranno le aggressioni.
Il concerto riprende in mezzo alla pista, 5 della sicurezza fanno letteralmente da ombre ai gruppetto centrale, impedendogli di dare fastidio, ma ci sono i gruppetti laterali che fanno da diversivo,  e continuamente c’è qualche ragazzo che viene minacciato o spintonato, un paio di volte vedo spuntare un tirapugni in degli assalti fermati in tempo prima che qualcuno si faccia seriamente male, poi la situazione degenera improvvisamente, e quando uno dei capi del manipolo se la vede brutta (qualcuno gli ha appena spaccato un labbro) tira fuori uno spray irritante al pepe e lo spruzza sul pavimento (vedo chiaramente la scena). L’aria diventa subito irrespirabile, il gruppo incazzatissimo va nei camerini, e tutti escono dalle molte e ben visibili uscite di sicurezza. Qualche ragazza, probabilmente per problemi d’asma o d’allergia, rimane intossicata. E mentre guadagno l’uscita vedo arrivare i Carabinieri in assetto anti sommossa. La caserma è a 50 metri dal locale e le forze dell’ordine sono state chiamate prima del concerto, quando l’organizzazione ha visto arrivare gli energumeni.

E’ in questo modo che i fascisti di Casapound pensavano di partecipare al concerto di un gruppo di cui si dichiarano fan? Tempo libero casualmente degenerato oppure preventivata e organizzata aggressione? Chi li manda? Verranno anche questa volta protetti politicamente dall’assurdo governo di questa città e da quella stampa che etichetta le aggressioni fasciste ogni volta come risse o eccessi da bulli?
Risponderanno a queste domande con … “Ma allora le foibe?” o almeno questa volta avranno argomentazioni? Ma non sarà anche per questa assenza di argomentazioni che nessuno vuole dialogare con loro? Non sarà che parlare con gli stupidi si finisce per diventare stupidi? E che la violenza ancora una volta va combattuta con l’informazione. Con le testimonianze dirette. Con i redattori musicali che questa volta di musica proprio non riescono a parlare.

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LA RESISTENZA E’ UNA LOTTA IN DIVENIRE

Con i partigiani di ieri, tra i tanti quelli ricordati dalla lapide sulla facciata della Scuola Elementare “Clotilde Tambroni” in Via Murri (Zona Chiesa Nuova) a Bologna, che hanno sacrificato la vita per sconfiggere la barbarie nazifascista e restituirci un Paese libero, democratico, fondato sulla dignità del lavoro,

con chi ha difeso, difende e promuove idee di libertà, di uguaglianza, di pace, di giustizia sociale contro le prepotenze del potere e le sue ramificazioni con l’eversione mafiosa e nazifascista,

con coloro che si ribellano perché non vogliono trovare a tutti i costi un posto in questa società, ma costruire una società in cui valga la pena trovare un posto,

ci opponiamo fermamente ai rigurgiti di nazifascismo che si manifestano velatamente nei nomi, anche attraverso interventi apparentemente solidali, ma palesemente con le azioni di intolleranza e xenofobia che sottendono quella cultura fascista, che vogliamo sconfitta

PER SEMPRE

dalla Resistenza. 

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