La nostra sicurezza

Il nostro quartiere ha sicuramente una miriade di problemi e situazioni critiche.
I continui tagli ai servizi sociali che da decenni le amministrazioni cittadine stanno adottando si fanno sentire anche qui.
Rette insostenibili per gli asili nido, caro-libri nelle scuole, biglietti dell’autobus sempre più costosi,  servizi per gli anziani salati e insufficienti, poche aree verdi, poche e malandate aree giochi per i bambini, traffico e inquinamento sempre più dannoso per la salute (vedi il rapporto 2012 dell’ARPA Emilia Romagna), amianto nei tetti come nel caso dell’ex caserma Mazzoni in via delle Armi.
E potremmo continuare ancora a lungo…
A fronte di tutto ciò i vertici cittadini (sindaco, questore e prefetto) e di quartiere (la presidente PDL Giorgetti) elaborano “soluzioni” volte a recuperare la loro credibilità ed il loro potere perduto, piuttosto che tentare di realizzare azioni amministrative e sociali che tengano conto della disparità e del disagio economico sempre più evidente nella maggior parte della popolazione.
Cosa ci può essere di meglio che presentarsi come i paladini della sicurezza gonfiando ad arte i rari episodi eclatanti sintomatici delle condizioni individuali e sociali esistenti e sostenendo nei fatti le ideologie razziste e liberticide della destra estrema?
Non hanno mosso un dito contro la presenza di una sede dichiaratamente neofascista (Casa Pound) in via Malvolta, vera fonte di insicurezza per i cittadini che si sono dovuti sorbire energumeni che inneggiano a Hitler in mezzo alla notte e minacciano giovani studenti antifascisti davanti a scuola.
Ora questi stessi figuri si proporranno come volontari senza macchia e senza paura indossando sopra alle svastiche le divise di “assistenti civici”: i novelli pattuglianti inventati dai nostri amministratori.
Una bella soluzione, non c’è che dire: fomentare la paura e farsi paladini della sicurezza per far sopravvivere un potere che rappresenta sempre più solo se stesso, occupato com’è nella difesa di interessi personali e ladrocini con la sola preoccupazione di non ledere gli agi di una parte sempre più ristretta della popolazione.
E quale sicurezza poi?
Sicurezza per noi sono i servizi sociali: scuola accessibile a tutti-e, trasporti a prezzi calmierati, qualità dell’aria, parchi pubblici e piste ciclabili (quelle vere!), ospedali in grado di garantire cure efficienti, case per tutti, servizi agli anziani.
Sicurezza è potere girare per strada senza che qualcuno in divisa ti chieda una carta d’identità o un permesso di soggiorno; è potere usufruire di iniziative culturali e di spazi sociali.
Pattuglie in divisa o in abiti civili, telecamere e forzuti neofascisti più o meno dichiarati sono invece solo fonte di insicurezza e di pericolo.
Guardiamoci bene negli occhi, noi che abitiamo il quartiere: cosa dobbiamo temere? Uno schiamazzo, un accento straniero o piuttosto la devastazione sistemica ambientale, sociale, culturale in cui i  governanti ci vogliono costringere?

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